- Pubblicata il 29/05/2019
- Autore: Natasha
- Categoria: Racconti erotici sottomissione
- Pubblicata il 29/05/2019
- Autore: Natasha
- Categoria: Racconti erotici sottomissione
Diario di una mistress Bergamo - Sardegna Trasgressiva
Ciao esseri inferiori, oggi vi delizio con una delle mie ultime sessioni di tortura. Era una giornata piovosa ed io adoro i temporali, tira fuori in me tutto il mio lato oscuro, ad ogni tuono sentivo il mio cuore pulsare più forte, come una scarica di adrenalina, nella mia testa passa un flash di tutte le sessioni che avevo fatto nella mia vita... ahhh avevo la carica giusta e quel verme che era nell'altra stanza a spogliarsi avrebbe avuto il mio lato più sadico. Lui apre la porta e mi trova davanti a sé, indossavo una tuta in latice nero, sulle mani guanti in latice, i capelli raccolti in una coda alta e in mano una frusta. Lo frusto subito in faccio! "Non farmi più aspettare! Ora in ginocchio, subito!" Lui ubbidisce. Lo faccio gattonare fino alla croce di sant'andrea. Gli ordino di alzarsi e lo lego alla croce con le spalle rivolte verso di me, inizio a frustarlo senza alcuna pietà, mentre in una giornata normale alternavo 3,4 frustate e una carezza per alleviare il dolore, quel giorno non avevo alcuna intenzione di alleviare il dolore altrui, tanto meno quello di quel verme inutile! Continuo a frustarlo e il rumore della mia frusta che gli trancia la pelle era bellissimo, ogni tanto la facevo scoccare vicino al suo orecchio e quando lo facevo lui tremava le gambe, quando mi accorgo che nella sua schiena non c'era più alcun centimetro di pelle che non fosse sanguinante decido di slegarlo e girarlo... ora toccava al torace. Prima però prendo le pinze per i capezzoli e glie li attacco, prendo anche il peso per le palle e glie lo metto, lui stava avendo un'erezione perciò decido di mettergli anche una gabbia costrittiva, gli do 3, 4 pugni sulle palle penzolanti con il peso attaccato ed ecco che il suo cazzo si smoscia per il dolore, me ne approfitto e gli metto la gabbia... avrebbe imparato che avere una erezione senza che io glie lo permettessi non gli conveniva. Inizio a frustargli il petto, anche li mi fermo soltanto quando la pelle era completamente tagliata, ora prendo le pinze che gli avevo messo nei capezzoli e glie li strappo con violenza, lui urla da dolore, stava per iniziare a piangere. Odiavo vedergli piangere, più piangevano più mi veniva di fargli male perché per me era vergognoso che un uomo piangesse dal dolore, allora gli arrivo vicino all'orecchio e lo avverto: "Più piange, più male ti farò." Lui sbatte le palpebre due volte come segno di aver capito, non gli era concesso parlare. Apro il frigo che avevo e prendo un spruzzino che avevo idealizzato io, lo tenevo in frigo perché cosi la prima sensazione era il fresco che alleviava il dolore, ma era soltanto un inganno, poiché all'interno di quel spruzzino c'era un composto di accetto di vino bianco, sale e alcool, era un disinfettante, ma anche un metodo di tortura.... prima il fresco poi le fiamme... inizio a spruzzarglielo e ahhh ridevo come una bambina in un parco giochi, leggera e felice... Più vedevo la sofferenza nei suoi occhi più godevo dentro di me... Lui tratteneva il pianto, era bravo anche se inutile, decido di farlo scoppiare... lo slego e lo porto sopra la tavola delle torture, prendo l'asta divaricatore e gli lego le caviglie aprendogli le gambe, prendo il dilatatore anale e glie lo pianto in culo! Glie lo apro per bene! Più allargavo più lui stringeva i denti, fino a non resistere più e allora piange, con il suo pianto prendo il suo cazzo gli tolgo la gabbia e gli infilo nella uretra una cannula, prendo gli aghi e inizio a infilzare la sua pelle delle palle passando da una parte all'altra... ora si mi stavo divertendo.... e lui piangeva come il verme che era! Lascio le sue parti basse e mi avvicino al suo viso, vedo le sue lacrime e gli tiro degli schiaffi in faccia fino a farmi male alle mani! Inizio a togliergli tutti i miei giochini e finito di toglierli tutto, lo lascio sul tavolo freddo da solo, inerme nella sua merda, salgo le scale e vado in terrazza, diluviava, mi spoglio e mi metto sotto la pioggia e i lampi, mi stavo purificando e ricaricando... ora si avevo finito, mentre lui è rimasto giù fino al giorno dopo, poi se ne andato....
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